manipolazione
Roma 21 gennaio 2019

 

A cura del dott. Marco Salerno psicologo psicoterapeuta a Roma
Il manipolatore affettivo può essere un partner, o un familiare, un amico, un collega di lavoro che “utilizza” il bisogno di affetto della propria vittima, suscitando in lei il senso di colpa, criticandola e aggredendola costantemente quando le sue richieste non vengono soddisfatte. Questo comportamento alla lunga scardina l’autostima della vittima, la quale si sente sempre meno adatta e degna di essere amata. Le conseguenze di questa spirale distruttiva sono devastanti per il dipendente affettivo che sviluppa una serie di sintomi, sia psicologici sia fisici come aggressività, ansia, paura della solitudine, tristezza, emicranie, disturbi digestivi, mancanza di appetito, disturbi del sonno, attacchi di panico e rabbia incontrollata. Il manipolatore affettivo è una personalità patologica che si nutre della vitalità e delle emozione delle sue vittime. Le svuota gradualmente di ogni energia fino a farle sentire sbagliate e oppresse dopo aver perpetrato azioni continue di disprezzo, di critica, di ricatti alternandoli a momenti caratterizzati da un forte desiderio di relazione, ricercati solo quando gli sono utili. Tende a passare per vittima e ad attribuire sempre la causa dei suoi errori ad altri, senza mai assumersene la responsabilità. Nelle discussioni non accetta il rifiuto e vuole avere l’ultima parola a costo di cambiare repentinamente opinione e di mentire per deformare la realtà a suo uso e consumo. Chi diventa preda di un vampiro affettivo non riconosce il pericolo ed è bisognoso di ricevere l’approvazione altrui  per le proprie scelte. Di solito le vittime preferite sono le persone che non hanno molta fiducia in sé e si adeguano sempre alle richieste esterne non rispettando i propri bisogni ma aspettando che qualcuno li riconosca. Non dimentichiamoci mai che volere bene presuppone volersi bene, vivendo per se stessi e non essere unicamente attenti al benessere altrui, altrimenti si diventa facilmente l’oggetto del bisogno di un manipolatore.  La manipolazione psicologica ha come obiettivo quella di modificare il comportamento di altri attraverso modalita’ e tattiche ingannevoli, subdole e violente per pilotare le intenzioni di una persona contro la propria volonta’. E’ importante non confondere la manipolazione affettiva e psicologica con l’influenza sociale intesa come una modalita’ di relazione che rispetta i diritti  delle persone che hanno la facolta’ di scegliere se accettare o respingere il suggerimento dato.
George K. Simon afferma che e’ possibile riconoscere i comportamenti di un manipolatore quando questi nascondono atteggiamenti ed intenzioni aggressive, quando il manipolatore conosce le vulnerabilita’ della propria vittima e adotta tattiche comportamentali che fanno leva su quest’ultime non avendo alcuno scrupolo nel provocare dolore . Secondo Harriet B. Braiker (2004) i manipolatori durante la fase di avvicinamento e di primo approccio tendono ad elogiare le vittime, adottano un comportamento seduttivo che le fa sentire uniche, chiedono  scusa e si dipingono come persone molto sensibili bisognose di aiuto, fanno  regali e appaiono o molto sicure di se’. La vittima in ogni caso e’ attratta dal manipolatore che ancora non ha riconosciuto come tale e tende o a sentirsi rassicurata o a prendersene cura. A questa prima fase segue un comportamento di graduale critica unita ad un riconoscimento delle doti della vittima la quale inizia a scivolare in una condizione di confusione  e di disorientamento poiche’ non ha piu’ chiaro quali sono le ragioni che spingono il proprio aguzzino prima a criticarla e poi a ricercarla. La conseguenza e’ di trovarsi in una condizione di paura crescente e di vivere uno stato di allerta per paura di sbagliare sempre qualcosa, dovuta all’alternarsi di comportamenti di rinforzo e di svalutazione da parte del manipolatore. Durante questo processo il manipolatore tende a rivelare sempre piu’ le proprie tecniche tra cui quella della punizione che compare ogni qual volta la vittima si sara’ comportata in un modo a lui non gradito. Per cui adotta’ la tecnica del ricatto emotivo, del silenzio, alterna momenti in cui grida ad altri in cui tormenta la vittima, tiene il broncio e piange salvo poi iniziare a criticare e svalutare senza  pieta’ nuovamente. I comportamenti intimidatori, vessatori, domimanti e vittimistici del manipolatore inducono la vittima ad aver paura di affrontare ogni tipo di confronto per timore delle reazioni, degli attacchi di rabbia, di contraddirlo e di farlo soffrire.
Le tecniche manipolative piu’ diffuse sono le seguenti:

Continua a leggere

sinonimi-di-narcisismo (1)

Roma 27 Maggio 2017

 

A cura del dott. Marco Salerno, psicologo psicoterapeuta a Roma

 

Se e quanto un narcisista perverso e’  consapevole dei comportamenti che agisce e delle loro conseguenze, e’ una delle domande che le persone  si pongono di continuo. Piu’ le loro azioni sembrano assurde, sadiche, distruttive, impensabili, piu’ ci si chiede se sono consapevoli di quello che fanno. La maggioranza dei narcisisti perversi si rendono conto dell’influenza e del potere  che esercitano sugli altri, sulle reazioni che vogliono determinare in chi si rapporta con loro ma sono completamente inconsapevoli delle conseguenze che i loro comportamenti determinano poiche’ non si assumono alcuna responsabilita’ di quello che fanno e non sono in  grado di immaginare le ripercussioni delle loro azioni.  Il paradosso che difficilmente si riesce a comprendere quando ci si relaziona con un narcisista perverso, e’ dovuto al fatto che quello che dicono non e’ in alcun modo allineato e coerente con i loro comportamenti. A parole esprimono sentimenti e dedizione verso il/la propria partner, difendono la morale e si spacciano per sostenitori dell’etica e della legge, nella realta’ loro sono l’eccezione che puo’ trasgredire la regola, poiche’  non devono sottostare e rispettare le regole, e’ tutto concesso in deroga, indipendentemente dalle conseguenze che questo puo’ avere su chi li circonda. Il loro obiettivo e’ quello di assicurarsi un’immagine positiva di se’ e di far si che chi sta loro vicino contribuisca a questo. Tra le forme che il narcisismo puo’ assumere vi e’ quella della la perversita’ che da origine al narcisista perverso.

 

Come si riconosce un/una narcisista perverso?

Il/la narcisista perverso di solito si comporta in modo insospettabile quando inizia ad interagire con una persona che non conosce ancora, non destando alcun sospetto sulla sua tendenza manipolatoria. Spesso si presenta come una vittima e cerca di suscitare compassione, non e’ capace di costruire delle relazioni amicali o relazionali profonde ma e’ alla continua ricerca di complici, non rispetta mai i limiti degli altri  ma cerca sempre di ottenere quello di cui ha bisogno: riconoscimento e soddisfazione dei propri bisogni senza considerare mai l’altro. Quando il/la narcisista perverso inizia la sua opera di seduzione verso un/una nuova partner cerca di mostrarsi differente da quello che e’, di sedurre e solo successivamente, una volta che il successo e’ assicurato, di essere se’ stesso. Il/la narcisista perverso durante la fase della seduzione e della conoscenza mostra la parte migliore di se’, mente su chi e’ e cosa fa spacciandosi per una persona diversa da quella che e’. Di solito simula interesse ed attenzione per la persona che desidera ma in realta’ non ha alcuna considerazione per l’altro, appare generoso ma la lsua generosita’ e’ solo un  modo per trarre gratificazione dal riconoscimento dal partner. L’obiettivo del narcisista perverso non e’ di amare l’altro ma di ingannarlo, intrappolando il/la partner in attenzioni che lasciano ipotizzare un futuro altrettanto piacevole ma che si rivelera’ essere ben diverso quando sentira’ di “possedere” affettivamente la propria vittima.

 

Continua a leggere