Il manipolatore affettivo è una personalità patologica che si nutre della vitalità e delle emozione delle sue vittime. Le svuota gradualmente di ogni energia fino a farle sentire sbagliate e oppresse dopo aver perpetrato azioni continue di disprezzo, di critica, di ricatti alternandoli a momenti caratterizzati da un forte desiderio di relazione, ricercati solo quando gli sono utili. Tende a passare per vittima e ad attribuire sempre la causa dei suoi errori ad altri, senza mai assumersene la responsabilità. Nelle discussioni non accetta il rifiuto e vuole avere l’ultima parola a costo di cambiare repentinamente opinione e di mentire per deformare la realtà a suo uso e consumo. I manipolatori non sono tutti uguali, adottano strategie e comportamenti diversi a seconda del loro carattere:
1) manipolatore simpatico: appare come una persona a suo agio con se stessa e con gli altri, la sua comunicazione è fluida e spigliata, è estroverso e socievole, di bell’aspetto e cerca di entrare subito in intimità facendo confidenze e complimenti alla propria preda. Il suo obiettivo è di chiedere piccoli favori in un clima di pseudo fiducia e complicità dopo avervi fatto qualche regalo o ascoltato. La manipolazione inizia a venire a galla quando la vittima si rende conto che nella relazione c’è posto solo per lui e per i suoi bisogni, dal momento in cui questi non saranno corrisposti interromperà ogni genere di contatto.
sacrifici molto più significativi rispetto a quello che ci ha inizialmente fatto.
essere anche molto distruttivo. La manipolazione è un meccanismo a cui il manipolatore affettivo ricorre per affermarsi a causa di una scarsa fiducia in se pur sembrando risolto e deciso. Ha bisogno di avere attorno molti individui con cui confrontarsi continuamente e di umiliarli per sentirsi vincente. Le esigenze di chi lo circonda non sono prese in considerazione, è un vero egocentrico il cui unico obiettivo è quello di ammettere che lui è il migliore, denigrando l’altro. Umiliare la propria vittima ha come scopo quello di affermare la sua presunta superiorità attraverso la critica diretta, l’ironia, l’indifferenza. La manipolazione produce effetti devastanti in chi la subisce, genera sensi di colpa, aggressività, ansia, paura e tristezza. Sul piano fisico emergono emicranie, disturbi digestivi, mancanza di appetito o bulimia, nodo allo stomaco o alla gola e disturbi del sonno. Se l’esposizione a un manipolatore è prolungata, questi sintomi possono trasformarsi in malattia, a cui può seguire anche la depressione che a volte può culminare nel suicidio.
senza mettersi mai in discussione. L’unico modo per difendersi dagli attacchi di un vampiro affettivo è quello di non avvicinarli o di contro manipolare. Secondo la terapeuta I. Nazare Aga, la contro manipolazione o tecnica della “nebbia” consiste nell’usare una comunicazione vaga e imprecisa, non impegnandosi nello scambio verbale. Lo scopo di una comunicazione superficiale è quello di rispondere come se si fosse indifferenti ai contenuti espressi dal manipolatore il quale di conseguenza non si sentirà più importante. Comunicare senza aggressività e veemenza farà comprendere al manipolatore che l’interlocutore sta mettendo in atto una resistenza passiva e ciò lo porterà ad allontanarsi dalla vittima. I metodi verbali più diffusi per contro manipolare sono:
5) esprimersi con fermezza6) riconoscere la responsabilità delle proprie azioni e delimitarla razionalmente.